Un 2020 difficile anche per l’economia svizzera

Crisi economica nel 2020

L’anno che ci siamo lasciati alle spalle è stato un anno molto particolare, molto diverso dal solito, a causa della pandemia di corona virus che è ancora in atto.

Abbiamo dovuto modificare le nostre abitudini, il nostro modo di incontrarsi e interagire con gli altri.

Anche dal punto di vista economico lo scorso anno ha portato molti cambiamenti, infatti dopo il lockdown in molti paesi la crisi economica si è allargata a macchia d’olio, ed è stato un 2020 difficile anche per l’economia svizzera.

Considerata una delle più forti economie del mondo, anche quella Svizzera ha infatti risentito della crisi che si è diffusa a livello internazionale.

In particolare nel 1 e 2° semestre del 2020 c’è stata una contrazione economica in Svizzera, senza precedenti. La pandemia ha portato ad un grande blocco della mobilità e in conseguenza di un forte calo dei consumi. Tuttavia nel confronto internazionale la Svizzera ha avuto una crisi molto meno accentuata.

Infatti la riduzione della mobilità è stata ad esempio inferiore a quella in Italia, in Spagna o in Francia.

Questo dipende sia dal lockdown meno restrittivo sia misure mirate di contenimento del virus e la efficiente attuazione degli interventi e gli aiuti economici per arginare le conseguenze negative della pandemia.

Molte piccole e medie imprese infatti sono state aiutate nel superare la prima ondata della pandemia in primavera, grazie a veloci misure statali di sostegno economico, come l’applicazione dell’orario di lavoro ridotto e prestiti di emergenza.

Per questo motivo la maggior parte delle piccole e medie imprese finora è riuscita a evitare licenziamenti.

In autunno 2020 però oltre la metà di esse lavorava ancora sotto il livello pre-crisi o stava gestendo la fase acuta della crisi.

L’occupazione è calata

Per il terzo trimestre 2020 l’occupazione è calata  dello 0,4% rispetto all’anno precedente anche se è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente.

Sono marcate poi le differenze tra i vari cantoni.

Il canton Zurigo è inoltre l’unico a risultare in positivo come occupazione, mentre gli altri sono in negativo.

In particolare si notano in tutti i cantoni contrazioni nei posti di lavoro per il settore secondario (industria e costruzioni) e quello terziario (servizi).

L’industria orologiera poi è quella che ne ha risentito maggiormente.

In generale ci sono stati 11’900 posti di lavoro in meno rispetto al medesimo trimestre dell’anno prima, e questo in tutti i settori.

Per questo anche per l’economia svizzera il 2020 è stato un anno difficile.

Anche per quel che riguarda gli investimenti si pensa che non ci sarà una flessione prolungata.

La ripresa dei settori industriali come quello meccanica, elettrotecnico e metallurgico o l’industria orologiera potrebbe rallentare, ma grazie alle esportazioni verso l’Asia, paese che sorregge la domanda globale di prodotti, non ci sarà un crollo dell’industria di questi settori, come successo invece nella prima metà dell’anno scorso.

Le prospettive future

Le prospettive future sembrano al momento abbastanza negative per l’occupazione, ma  anche se è stato un 2020 difficile anche per l’economia svizzera, durante il 3° trimestre si è registrata una crescita del Pil  anche rimane comunque sotto al livello dell’anno precedente.

Grazie a settori come quello dell’industria farmaceutica e chimica e di quelli non colpiti direttamente dalle restrizioni, l’economia elvetica potrà lentamente risalire.

I pronostici però pensano che la ripresa ci sarà a partire dalla seconda metà dell’anno. L’economia Svizzera dipende oggi soprattutto dalle sue multinazionali farmaceutiche.

Questo settore infatti è l’unico che ha superato la crisi della pandemia da coronavirus, ed è anche in rapida crescita, e quasi la metà delle esportazioni svizzere oggi sono rappresentate da esso.

Si prevede che continuerà a crescere e presto supererà il 10% del Pil del paese.

Anche gli altri settori d’esportazione dipendono dall’industria farmaceutica per rilanciare il commercio e garantire che le collegate industrie e posti di lavoro rimangano nel paese.